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     2.° Concorso del governo a sussidio dell’impresa, però lasciata all’industria privata libera collo stesso compenso, ed inoltre soccorsa a certi determinati patti; consentiti nel rispettivo interesse pubblico e privato.

3.° Concorso diretto del governo nelle prime opere di costruzione, ossia nella sistemazione del suolo stradale soltanto; compimento delle opere residue e provviste lasciato coll’esercizio all’industria privata libera mediante il compenso suddetto; e ciò a fine di rendere maggiore la concorrenza a tali imprese, migliorandone la speculazione.

4.° Affidamento di futuro determinato sussidio all’industria

    ponti, viedotti, acquedotti, gallerie o tunnel, ecc., che sono occorrenti, onde la strada proceda quanto più è possibile piana e retta, con pendenze minime e con tenui risvolti; — finalmente nella costruzione d’ogni casamento necessario ad un bene ordinato servizio: — queste poi, le provvista cioè, nella compra del materiale necessario ai Trasporti lungo la strada; cioè locomotive, tenders, carrozze, carri, waggons, ecc. — Chiamiamo poi esercizio della Strada (in Francese exploitation) l’ordinamento sur essa del detti trasporti, e l’esecuzione di questi. Quindi comprendiamo negli atti dell’esercizio i ristauri d’ogni specie alla strada ed ai suoi edifizi; le riparazioni al materiale che serve ai traporti; il pagamento e la direzione degli agenti che ne sono incaricati; la compra del carbon fossile ed altre occorrenze necessarie alla locomozione, come qualunque cautela di sicurezza.
         Noi preghiamo poi il benigno lettore d'avvertire, che se ci serviremo di alcuna denominazione meno italiana forse, vi fummo risolti dal pensiero di adottare i termini d’uso più comune nella soggetta materia.
         Ancora; noi non pretendiamo d’intraprendere alcuna discussione tecnica; l’opera nostra è scritta nel solo rispetto economico ed amministrativo. — In questo solo abbiamo studiato l’argomento preso a trattare. Quanto alle quistioni tecniche, noi dichiariamo lasciarle intere ai periti; ben inteso che crediamo appartenere all’economista, allo speculatore ed all’uomo di Stato di valutare l’intrinseco delle decisioni loro colle regole del ben intesoattuale che futuro presunto tornaconto, non ommesse altresì per ultimo le politiche considerazioni, le quali dovendo, massime se si tratta di nazionale indipendenza, talvolta ad ogni altra prevalere, possono per avventura consigliare l’abbandono di qualche vantaggio, anche essenziale, pel maggior numero.
         Cotesto però, notiamo, sarà ognora un caso rarissimo, perchè la sana e ben intesa polìtica sempre conciliasi coi ben intesi interessi attuali o futuri dei sudditi.