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nua sugli arrivi e sulle partenze, occorrendo per avventura difficoltà di necessario appuramelito per qualche spedizione, non occorrerebbe, fermare il convoglio, e basterebbe scaricare la merce sospetta all’uffizio della stazione, per essere poi, verificata ed eliminata che sia ogni difficoltà, ricaricata e condotta alla propria destinazione con un altro successivo convoglio.

Finalmente, mediante la facoltà conceduta agli uffiziali della dogana d’ogni grado di salir su’ convogli e percorrere in ogni senso le linee, scegliendo su’ carri e vetture i posti più atti ad esercitare l’ufficio loro, senza che siano tenuti a nessun pagamento di dritto di trasporto, resta escluso ogni pericolo di frode, ne v’ha il menomo incaglio nel corso de, suddetti convogli.

Infatti abbiamo l’esempio del convoglio che parte da Lilla (Francia), attraversa il Belgio, e va a Colonia (Prussia), passando così quattro linee di dogana senza lunghe fermate, che ne rallentino la somma velocità, poiché lo stesso giorno arriva a destinazione, e ciò succede quantunque la distanza sia di 400 kilometri, e sia colà immenso il moto delle relazioni commerciali: anzi queste son fatte così più caute ancora quanto all’osservanza delle leggi daziarie, spesso frodate su quella linea di difficile custodia, quando usansi altri modi di trasporto.1

Giunto a questo punto del nostro lavoro, il lettore aspetta

  1. È noto che su quella linea si è ordinato in vasta scala il contrabando eseguito col mezzo di cani a tal fine addestrati; i quali, condotti di Francia nel Belgio da un casamento dove sono ben trattati e pasciuti, arrivano in altro dove son condannati al digiuno e battuti da uomini vestiti colle divise de’ preposti francesi. Intanto a notte chiusa vestonsi d’una seconda pelle il corpo, e tra essa nascondonsi in apposite tasche le merci preziose che voglionsi frodare, come pizzi, scialli di gran valore e simili. Poi si dà libero passo a que’ cani, i quali fuggono attraverso i campi per deserte vie, onde il giugnere al casamento francese, da cui partirono; e cansando preposti ed uffici di dogana, arrivano là dove li aspetta un ottimo pasto. — Invano il governo francese ha imposto un dazio di 5 franchi per cane uscente dal confine. Invano i preposti ne ammazzano una gran quantità veduti fuggenti la notte. Ogni giorno n’escono mandre intere di Francia, pagano il fissato dazio, e rientrano la notte nell’anzidetto modo, riuscendo il maggior numero nell’ideata frode.