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"La nostra Penisola molto lunga e molto stretta, fuorché nella suà parte boreale, avrebbe d’uopo di una rete che legasse tra loro le capitali tutte dei diversi Stati colle altre città primarie, ricche, industri e commercianti; e specialmente cogli empori marittimi. Ma per legare agevolmente insieme tutte le primarie città un obice fortissimo si trova in quella spina dorsale di monti che traversa longitudinalmente da capo a fondo tutta la Peuisola, e divide in due opposti versanti le sue acque. Per tal modo l’Appennino separa, colle alte sue creste ed i formidabili suoi speroni, Genova da Torino, Milano, Venezia e Bologna da Firenze e da Livorno; Ancona da Roma; Manfredonia e Brindisi da Napoli. Imperocché queste città siedono le une sui fiumi che immettono nell’Adriatico, e le altre sugli opposti clivi, ohe scolano nel Mediterraneo.

"Posta una tale configurazione della Penisola, nell’ipotesi di rete ferrata generale, vien tosto alla mente il pensiero di una doppia linea longitudinale in ognuna delle due regioni adriatica e mediterranea, che corra da capo a fondo; e quello di linee traversali, che le suddette due linee principali tra loro congiungano nei punti più interessanti. — Ma questa idea è pur essa attraversata da fortissime difficoltà.

"Primieramente, la giogaia Appennina, nella parte settentrionale o più larga, della Penisola, non corre a modo da dividerla equamente in due parti, ma dalla Lunigiana volge repentinamente all’occaso, e sommerge gli ultimi suoi gioghi nel mare di Genova. -Dunque al distacco di una delle due linee longitudinali da quest’ultimo porto italico, o dal punto superiore di Nizza, per iscendere con essa lungo il litorale del Mediterraneo a Lucca ed a Livorno, si opporrebbero i forti ed invincibili ostacoli dell’Appennino-Ligure o quei delle due riviere di Levante e di Ponente, tutte montagnose e scogliere. D’altronde questo tratto longitudinale da Nizza, per Genova e Lucca a Livorno, poco riuscirebbe vantaggioso attesa la concorrenza di una navigazione a vapore piena di attività lungo la costa, e poco gioverebe all’immensa regione del Piemonte, della Lombardia e del Ve-