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toccati prima di concludere che, anche nell’ipotesi di strada ferrata, questa è forse la sola traccia trasversale possibile e proficua, nell’Appennino settentrionale; come quella che, per la congiunzione dei due mari, offre sopra ogni altra il complesso delle condizioni più favorevoli all’esecuzione, alla riuscita ed alla pubblica economia dei paesi più opulenti della nostra Penisola1».
Queste che abbiamo riferito parole del Monti bastano a chiarire l’idea del suo assunto.
Aggiungiamo ora, esser quello svolto nella Memoria di lui con particolari termini, che sembrano assai fedeli ed esatti, dedotti come sono dalle indicazioni geografiche più accurate, fatte di pubblica ragione rispetto a que’ luoghi.
Ed aggiungiamo ancora, che, dopo avere esaminato l’andamento de’ luoghi suddetti colle indicazioni preallegate, l’autore suppone dapprima che l’ideata comunicazione abbia a succedere con vie ordinarie; nel qual caso si tratterebbe soltanto di collegare quelle già esistenti con una tratta di miglia 20, di cui diciotto nuove affatto, e due da migliorare e da correggere.
Volendosi poi applicare un sistema di via ferrata a codesta direzione tra Bologna e Lucca, nota l'’autore, che da Bologna avendosi un insensibile salita per miglia 45, e da Lucca per miglia 30, abbenchè debbasi ascendere a 769 metri sul livello del mare, onde superare il colle del Lobbio, giogaia subappennina che chiama di secondo crine: non sarebbe grande la difficoltà di applicare il detto sistema.
Il signor Monti crede finalmente essere cotesta direzione la più conveniente ed utile nel rispetto economico; perocchè a parere di lui tutto l’andamento della linea tocca a quattro diversi domini, e riesce ad intersecare tutte le grandi strade aperte alle regioni più opulente e popolate della nostra Penisola.
Dopo avere indicato questa seconda idea di congiungimento fra, i due mari, passiamo a ricordare ancorà le due altre strade di cui già abbiamo parlato al capitolo 4-° (Toscana e Lucca), cioè quella che da Firenze per il Val d’Arno continua fino ad
- ↑ Opuscolo citato, pag. 5-8.