Pagina:Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse.djvu/316


315

tezza e prudenza, uscendo da’ confini dello Stato proprio, pensavano ad assicurarsi se la proposta linea, con un protendimento nei varii Stati dell’Italia superiore, potevasi lusingar di riescire una linea principale italiana, che al gran traffico della Penisola servisse.

E cominciando dal vicino Stato estense, pel quale dovrebbe esordire il detto protendimento, le esplorazioni loro fecero ad essi conoscere che, se per ora non era la pubblica autorità ivi disposta ad aiuti e protezione, non vorrebbe neanco frapporre ostacoli d’esecuzione, se i governi limitrofi desideravano il passo della linea in discorso.

Quanto al governo parmense, risultava loro, che al tratto già progettato tra Parma e Piacenza, preliminarmente conceduto alla società Caccianino e compagni di Milano, era facile assicurare la continuazione dall’un lato fino al confine estense, e dall’altro sino a quello sardo e milanese.

E siccome era indispensabile l’annuenza dell’autorità locale per gli atti frequenti che ai soci potessero occorrere, costoro rivolgevano all’eminentissimo cardinale legato, come a quell’autorità che poteva concederla più efficace.

Il suddetto porporato non esitò ad accogliere l’istanza nel modo più benevole, e dichiarò volerla raccomandare egli stesso a Roma, tanto reputava l’impresa utile allo Stato; ed intanto promuoveva dal governo centrale a sè stesso la facoltà di ricevere formalmente dai progettanti le relative proposte; la quale facoltà essendogli stata conceduta, tosto venne subordinata l’analoga domanda.

Il marchese Camillo Pizzardi, presidente della società formatasi, appena ebbe, compilato dagl’ingegneri preallegati, il progetto di massima, del quale si è fatto cenno prima, quello umiliava egli stesso personalmente al Santo Padre, recandosi per tale effetto a Roma, dov’era molto benignamente accolto in replicata udienza di Sua Santità: onde, fatto ritorno in patria, assicurò aver fondata lusinga che le relative determinazioni supreme di concessione della facoltà d’attendere all’idea la impresa non tarderebbero ad emanare, essendosi frattanto delegato ad un congresso di arte l’esame del proposto progetto.