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Riepilogando, anche pegli Stati sardi di terra-ferma, il nostro discorso, emergono queste avvertenze e conclusioni:
1.° Genova, per condizione di luogo e per popolazione singolarmente atta,come Venezia, all’industria della navigazione, da essa traeva ne’ tempi andati larga sorgente di prosperità, di potenza e di ricchezza, derivante dall’esteso suo traffico. Se non che, cessato questo nel Mediterraneo per la scoperta d’altre vie conducenti all'India, e per quella d’un nuovo mondo, Genova essa pure decadde, e si vide ridotta a men florida condizione. Tornato il commercio alle antiche sue vie, cominciò pure a rivivere il traffico ligure, ma la concorrenza di Marsiglia e di Trieste, è
da Racconigi la prenderebbe per andare a Brà ed a Pollengo, d’onde per la Valle del Tanaro andrebbe pure, come prima si è detto, a Dogliani. Poi sotto a Murazzano passando In mezzo alle due Valli del Belbo e del Tanaro, sulle creste de’ displuvii che le separano, arriverebbe al giogo di Montezemolo, senza necessità, pretendesi, di piani inclinati. Da quel luogo andrebbe verso le due Bormide ed alla sorgente di esse, passate la quali arriverebbe all’Altare, dove occorrerebbe fare una galleria già proposta dal conte Chabrol, essendo prefètto di Montenotte. Valicati così gli Appennini scenderebbe a levante, volgendosi verso Ellera, talché un tronco secondario scenda a Savona, e quello primario giunga per Varazze a Genova sino a San Pier d’Arèna. Da Torino al lago Maggiore, partendo dal Cavo Miohelotti al Borgo di Po, anderebbe sotto Castagnetto a passare il fiume in faccia Chivasso; volgerebbe poi verso Ivrea, toccando il lago di Candia, e quindi alla sponda destra della Dora Baltea, traversata la quale andrebbe a Mongrando, poi a Biella, Masserano, Romagnano, Borgo Manero ed Arona. Descritte le principali opere d'arte da farsi, e spiegate molte diversioni col pensiero di scansarne alcune altre, l'autore pretende con molti quadri sinottici di provare la sua direzione preferibile, perché la sua linea sarebbe certa di condurre un molto maggior numero di persone ed una ben più copiosa quantità di merci, di ciò che potrebbe lusingarsene il progetto di massima allora pubblicato dal signor Porro (lo stesso all’incirca del signor Brunel), cui contrapone quello proprio. Noi non discuteremo questo progetto del signor Gonella, il quale ci pare inspirato da sole vedute piemontesi, ed occupato soltanto del commercio interno, senza badare più che tanto al però sommo interesse massimo del porto di Genova, cui preme di conservare qualche transito alla Lombardia