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comunque abili negoziatori, riescano a far gran frutto. Il Belgio, più accorto, conchiuse un trattato che favorisce i suoi porti di Ostenda ed Anversa, mercè della via ferrata che da Colonia (Prussia) vi arriva; e ciò con danno dei porti anseatici, ancora trattenuti dall’influenza inglese dal partecipare all’associazione.

L’Olanda propone a questa un accordo, che le apre il libero commercio delle ricche sue colonie e delle Indie, d’onde alla Cina. Finalmente il Brasile, gli Stati-Uniti ed altri Stati ancora fanno al Zollwerein vantaggiose proferte.

L’Italia, posta a fronte di quell’Oriente dove si va nuovamente a rivolgere il gran traffico; finitima quasi alla Confederazione, almeno dal lato della Svizzera; non separata da essa su quel punto da alcuna linea doganale, rimarrebbe forse sola inoperosa a cercare di combinare colla medesima relazioni di traffico, quali facilitino il transito delle merci germaniche all'Oriente e lo scambio di queste coi prodotti del medesimo pei porti italiani?... Noi osiamo sperare che gli uomini di Stato della Penisola mediteranno su questa idea, e consiglieranno provvedimenti che tendano ad attuarla.

Arroge che, conseguite codeste facilita, si renderebbe più probabile l’ideata costruzione d’una strada ferrata da Coira a Basilea per Zurigo, o pel lago di Costanza; la quale strada gii venne proposta; ed allora la linea di transito in discorso non avrebbe altra interruzione per mancanti vie ferrate, che quella degli erti passi delle Alpi preallegati, i quali sono assicurati però dalle ottime vie ordinarie già esistenti; quando altri gioghi ancora non possano superarsi per avventura con tunnel.

Le comunicazioni poi tra Genova ed il pianoro lombardo e piemontese vedonsi già in parte assicurate dalle promulgate leggi; perocchè, oltre alla linea verso Torino e verso Àrona, la terza linea prevista dalle regie patenti 18 luglio 1844 debbe col tempo attuarsi: tanto si farà, evidente il vantaggio del congiungimento della via ferdinandea a quella ligure-piemontese, almeno per coloro che giudicheranno con retto criterio la quistione, senza lasciarsi travolgere dalle grette idee d’una rivalità, che non debbe nè può esistere fra i tre scali di Genova, Venezia e Trie-