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Mentre queste cose succedevano, il governo eleggeva un’altra commissione d’amministratori, di militari e d’ingegneri, cui mandava d’esaminare nuovamente la convenienza dell’impresa nel rispetto politico, strategico, commerciale e finanziere; ed inoltre ordinava d’opinare sulle nuove domande della società genovese, la quale, invece d'esibire d’assumete l’opera alle condizioni pattuite colle R. patenti del 10 settembre 1840, nonostante l’espresso diffidamento, di cui nell'articolo 4° d'esse, sul nessun concorso diretto dell’erario pubblico, rappresentò che, dopo d’aver fatti accurati calcoli sul presunto prodotto dell’ideata strada, supposto dover fruttare il 5 1/2 per % abbisognava tuttavia d’una garanzia dell’interesse minimo del 4 1/2 per % onde potere più sicuramente spacciare all’estero e tenere in credito le azioni che dovrebbero procurarle il capitale occorrente.

    Condizione questa molto da valutare nel caso specialmente della garanzia di un interesse minimo, la quale rendea perciò necessaria la restrizione di tal lasso di tempo, e quella del temine assegnato pel riscatto facoltativo al governo della strada ad valorem; il qual termine era dalle R. patenti preallegate preveduto d’anni 30; il tutto al fine di rendere meno oneroso al governo il patto. Preghiamo il lettore di fermarsi su codesti particolari qui espressamente notati: 1.° Perchè meglio comprenda l’importanza d’una concessione di strade ferrate colla garanzia dell’interesse minimo; metodo da noi preferito ad ogni altro, quando vogliansi affidare tali imprese all’industria privata, e sia necessario l’intervento del sussidio governativo, per non essere il caso dell’eccezione di cui abbiamo parlato al capitolo 4.°, trattando della strada napoletana che va a Nocera ed a Castellamare. 2.° Perchè da questi particolari di perizia, officialmente accertati, ed ascendenti alla somma sopraindicata, per non lungar tratta, posta in terreni di varia giacitura, con monti, piani e fiumi da attraversare, ognuno si convinca, con una regola di proporzione facile a sorgere al pensiero, come siano improbabili certi progetti di valicar l’Appennino in altri punti, dov’è ben più profondo ed alto, che non verso Genova; de’ quali progetti abbiamo trattato ne’precedenti capitoli, e tratteremo ancora in quelli che seguono. E’ diciamo improbabili non già nel rispetto dell’arte, poiché le difficoltà maggiori al proposito sono in quello ligure, le quali sono, come vedesi, superabili per giudizio d’uomini competenti, ma nel rispetto della spesa. Pe-