Pagina:Delle strade ferrate italiane e del miglior ordinamento di esse.djvu/262


261

Le condizioni apposte a quel patto erano, come scorgesi da quella legge, tutte provvisionali, e intese in senso affatto eventuale.

Là società commetteva all’ingegnere nazionale Porro un progetto di massima, ch'esso fece ideando la via suddetta da Genova al Po, pel colle de’ Giovi, col passo del fiume al punto detto di Giarola, per protendersi inoltre verso Pavia, dove supponeva potersi congiungere con un altro protendimento della strada da Venezia a Milano.1

Convien pensare che il progetto Porro non presentasse alla società tutto il desiderato grado di certezza; perocché quella, a maggiore cautela richiese il celebre ingegnère inglese Brunel figlio, di visitare i luoghi; e gli comunicò quel diviso onde averne il suo parere.

L’ingegnere suddetto, lodate in massima le idee fondamentali del Porro, dichiarato possibile il passo de’ Giovi, mediante un tunnel con due piani inclinati, assumeva il carico di compilare una particolareggiata perizia della strada in discorso.

Avute le occorrenti dilazioni per tale lavoro, esso lo presentò al finire del 1843.

Vuolsi che la direzione ideata dal Brunel sia all’incirca conforme a quella dell’ingegnere Porro, tranne pel passo del Po divisato al punto di Bassignana, là dove quel fiume riceve il confluente del Tanaro, invece del puntò inferiore di Giarola2

  1. Una domanda era stata presentata al governo austriaco dal conte Visconti d’Aragona, patrìzio milanese, onde ottenere la concessione privilegiata d’una linea che da Milano, ove si congiungerebbe alla strada Ferdinandea, venisse per Binasco e Pavia, passando il Ticino, quindi al nostro confine, ivi segnato dal Gravellone; altra domanda erasi pur fatta d’una linea che da Milano andasse a Sesto Calende sul lago Maggiore. — Nè l’una nè l’altra di quelle domande vennero accolte, e nel decreto del governo imperiale austriaco, che stabilisce le linee delle vie ferrate adottate in massima, vedasi una sola diramazione dalla strada Ferdinandea prevista, quella da Milano a Como. — Ciò premesso, nell'incertezza d’unà linea di comunicazione al punto di San Martino Siccomario sul Gravellone, indipendentemente da altre considerazioni strategiche, è chiaro che cessa, almeno per ora la convenienza di arrivare con una linea da Genova a quel punto,
  2. Il passo del Po, per le considerazioni strategiche esposte nella già citata