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quello di Suez. Estremo punto d’arrivo e di partenza per le navi destinate al traffico delle Indie, il movimento del suo porto sarà attivo e continuo.
«Ma le merci arrivate a Suez debbono respingersi ad Alessandria, per poterle imbarcare sul Mediterraneo. Il governo egiziano potea imporre sovra di esse un dazio così fattamente oneroso, da neutralizzare i vantaggi derivati dall’apertura d’una comunicazione diretta.
«Ciò, per altro, non era nelle sue vedute, e molto meno nel suo interesse. Lungi dal suscitare ostacoli ad una intrapresa di cui seppe pienamente apprezzare l’utilità presente e futura, il viceré le accordò ogni possibil favore.
«Non era dunque dubbio il resultato delle pratiche con esso intavolate. Egli permise il transito delle merci da Suez ad Alessandria, e viceversa, mediante un dazio di due per oento sul loro valor nominale.
«Così fu tolto l’ultimo impedimento alla ripresa delle comunicazioni dirette fra l’Europa e l’Asia meridionale.
«Ai primi di febbraio dell’anno 1842, proveniente da Bombay, arrivò a Suez la prima nave mercantile delle Indie, nominata il Bengalese, della portata di mille tonnellate.
«Ecco dunque definitivamente attivata una strada commerciale diretta coll’Asia meridionale 1.
Or ne resta ad aggiungere un indicio utilissimo pegli Italiani, che concerne un fatto più recente.
La mente feconda del signor Waghorn, incessante nelle sue indagini, ha, non è molto, ideato ancora l’esperimento di dirigere il procaccio dell’Indie su Trieste anziché su Marsiglia, onde vedere se per quella via i dispacci dell’India potessero giungere più sollecitamente a Londra, ivi portati colle poste ordinarie da Trieste al Reno, ed al mare del Nord.
Lo sperimento non sembra per ora bene accertato, e ciò non debbe invero sorprendere, attesa la posizione appartata dello scalo triestino2.