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viamento d’una strada ferrata tra Firenze e Pistoia, la breve distanza, le spese maggiori occorrenti per l’acquisto di terreni fertilissimi, ed il carico gravissimo assunto della pattuita largizione dell’ingente capitale d'oltre a 100,000 francesconi, che l’orfanotrofio della Pietà, di Prato non mancherà di esigere, poiché gliene venne attribuito il dritto ne’patti fissati, non ci concedono di credere che la speculazione sia profittevole.1

    onde è lecito dedurne che le opere d’arte, pel solo passo dell’Appennino, assorbirebbero buona parte della somma presunta necessaria, forse 1/3 d’essa. Se poi, calcolando la distanza intera di 85 kilometri da Pistoia a Bologna, se gli applicasse il prezzo medio calcolato altrove di 300,000 lire italiane o franchi per kilometro, il qual prezzo, massime là doverono muri di sostegno, piani inclinati e tunnels, più è da credersi insufficiente che eccedente scorgesi che si avrebbe una spesa di lire 25,500,000, la quale dubitiamo assai che si possa collocare a frutto adequato, poiché, anche supposto molto cresciuto il transito in quella direzione, non sembra probabile che possa porgere una rendita spiccia, bastevole a dare un pro conveniente dell’indicato capitale. Coteste considerazioni vengono in appoggio del divisamente ideato a Bologna, del quale, abbiamo sopra toccato, e di cui meglio ancora parleremo al capitolo 8.°; di cercare di ridur la spesa di questa strada, con omettere i tunnels e piani inclinati, ristringendosi a passare il monte là dove le locomotive non potrebbero giugnere, con cavalli attaccati agli stessi treni, staccati dalle locomotive suddette. Mediante cotesto spediente, e con che si tenesse la via ad un solo binario di ruotaie, si potrebbe sperare di tener la spesa dell’intera linea entro limiti assai minori, e con ciò di compensarla colla presunta rendita. Noi crediamo necessario d'insistere su questo punto; perocché se la direzione proposta da Pistoia a Bologna è di molta importanza, perché utilissima al traffico dell’Italia’ centrale, molto interessa di non esporre la speculazione che procurerebbe tale comunicazione, al pericolo o di non potersi compiere o di non potersi mantenere in esercizio, per insufficiente rendita. Noi confortiamo pertanto gli uomini chiarissimi che compongono il Consiglio d’Amministrazione della concessione Cini, e gli stessi promotori della medesima, in ispecie l’ingegnere Tommaso Cini, a voler seriamente meditare su codesi riflessi, che ci paiono toccare all'intero buono o cattivo successo dell’interessantissima impresa da essi assunta.

  1. Si ricorda che il francescone o scudo toscano di 10 paoli vale lire 5.60 italiane o di piemonte, pari al franco di Francia.