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sotto i nostri occhi — ; ed è ben degna di fissare l’attenzione dei governi d’Italia, della classe industriale, e del ceto marittimo e mercantile.

Il primo passo, come vedemmo, fu l’intrapresa postale del signor Vaghorn.

«Quando egli propose di far varcare lo stretto di Bab-el-Mandel alle navi a vapore, per portar le valigie a Suez, mille oppositori gli si scagliarono contro. Il progetto fu riputato ineseguibile. Si allegava la spessa mancanza di fondo; — la quantità’ dei così detti banchi di corallo; — circostanze che doveano rendere la navigazione, se non impossibile, almeno estremamente difficile e pericolosa, Indicavasi la frequente prevalenza del temuta simoun. Questo vento, il nostro scilocco — o sirocco (che pure tanto ci è molesto, sebbene a noi giunga temperato dal mare) è assolutamente micidiale nei deserti ove domina. Ad un tratto soffoca ed uccide gli uomini e gli animali che ne respirano l’alito infuocato.

«Gli Arabi si gettano colla bocca a terra, per evitarne le buffate; e le bestie da soma seguono instintivamente l’esempio dei loro conduttori; ora, come sfuggire a’ suoi perniciosi effetti? Come sottrarsi alle procelle che suscita, doppiamente terribili in un mare angustissimo, e seminato, per giunta, di scogli a fior d'acqua?

«In vista dei sopra enunciati rilievi, la navigazione del Mar Rosso sembrò problematica a coloro stessi che più ardentemente desideravano di vederla ripristinata. Ma questi ostacoli, veri in parte, ed in parte esagerati, non sgomentarono l’intrepido Waghorn. Potentemente assistito dal proprio governo, e secondato dalle autorità egiziane, ordinava esatte osservazioni e scandagli. Rimosso ogni dubbio circa alla possibilità dell'esecuzione, il suo progetto è ormai un fatto compiuto.

«Era questo un bel principio, perchè le navi a vapore che portavano le valigie, poteano ben anche incaricarsi dei passaggieri. Non è piccolo risparmio di tempo e di danaro l’effettuare in sei settimane un tragitto che prima occupava altretanti mesi.