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tate dell’Eufrate, del Tigri, della Persia per Trebisonda ed altri scali, è preferibile, e già in parte seguono difatti le corrispondenze per quella via, dove l’economia di tempo e di spesa ormai pare assicurata in modo assai ragguardevole.

Laonde non è più dubbia questa conseguenza degli sperimenti preallegati, e delle pratiche per essi fatte e proseguite, che il gran traffico orientale, cioè, tende a riprendere le antiche sue vie.

Questa importante rivoluzione, dovuta all’intraprendente genio britannico, è così interessante per la nostra Penisola, cui può arrecare immensi vantaggi, se governi, naviganti e trafficanti san trarne util partito, che noi crediamo esser pregio dell’opera narrarne i principali particolari desunti da un libro assai curioso pubblicato in Livorno senza nome di autore1.

Ecco come quello ci narra il fortunato evento:

“Prima che si generalizzasse la navigazione a vapore occorrevano da otto a dieci mesi per avere risposta ad una lettera spedita da Calcutta a Londra. Un sì lungo indugio inceppava l’azione del governo mentre riusciva di grave nocumento ai privati.

„Un uomo del pari intelligente ed attivo, il signor Waghorn, segnalò l’inconveniente e propose il rimedio.

„Immaginò egli d’organizzare una corrispondenza diretta fra l’Europa e l’Indostan per la via del Mar Rosso. Partendo da Calcutta, un vapore dovea raccogliere le valigie di Madras, Ceylan e Bombay, per quindi recarle a Suez. Così nel ritorno, seguitando l’ordine inverso.

„Siffatta proposizione fu tanto meglio accolta dal governo e dal pubblico inglese, in quantochè il possesso d’Aden ne porgeva sufficiente garanzia che questa linea di comunicazione non sarebbe di leggiero interrotta o turbata.

  1. Vedi Del commercio dell’Italia colle Indie; Cenni storici e statistici ora per la prima volta pubblicati. Opuscolo in 8.° ― Livorno 1843, presso la libreria Niccolai-Gamba, stampato a Pisa da Raineri-Prosperi, tipografia dell’I.R. Università.
         Codesto libro segna un quadro assai veridico ed esatto dell’argomento preso a trattare, e noi dobbiamo dichiarare d’essercene giovati assai in questa parte del nostro discorso.