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Rispetto al congiungere la strada ferrata da Vienna a Trieste con quella Ferdinandea Lombardo-Veneta, in altro modo che colla navigazione del trattò di mare ond’è separata la laguna dallo scalo dell’Istria, e ciò mercè della diramazione d’una linea che scorra da Padova-a Trieste per Treviso: se si eseguisse da una speculazione privata soltanto, forse ne sarebbe dubbia la convenienza. Ma questa ci pare siavi intera pel governo austriaco nell'aspetto politico e strategico. Per la qual cosa presumesi che quell'illuminato governo non tarderà ad attuare egualmente siffatta comunicazione, come quella che da Vienna d’Austria per una linea non interrotta di vie ferrate brevissimamente condurrà alla ricca ed importante Milano, la quale può chiamarsi la seconda città dell’Impero austriaco.

Le accorte disposizioni che già vedemmo date dal governo imperiale per dotare lo Stato intero d’una compita rete di strade ferrate, assicurano che non sarà ommesso il congiungimento delle due linee preallegate, quantunque questo possa già seguire colla detta brevissima navigazione di poche ore. Perocché questa, sebbene sia più sovente facile ed economica; attese le frequenti fortune di mare del golfo triestino, potrebb tuttavia talvolta ancora presentare l'inconveniente d’un ritardo e di qualche pericolo nelle relazioni tra Vienna e Milano1.

La natura delle speculazioni commerciali cui è chiamato l’emporio triestino è, come facilmente comprendesi, quella d’un immenso traffico di commissione, mercè del quale ivi s'opereranno gli scambi de’ prodotti delle une con quelli delle altre contrade aventi relazioni per detta via. E niuno ignora di quali ingenti e sicuri profitti sia perenne sorgente siffatto traffico, purchè ven-

  1. Qualche giornale però allegò, non ha molto, che il governo austriaco non volle accogliere alcuna proposta tendente ad unire Venezia a Trieste con una strada ferrata. Noi non sappiamo fino a qual punto, sia una tale allagazione fondata. Pensando però alla convenienza non dubbia d’una linea non interrotta da Milano a Vienna, ci par lecito dubitato dell’asserzione del giornali; i quali forse tolsero una negativa fatta a società private, percbè il governo intende, di conservare in propria mano le strade di Stato, per un rifiuto di permettere che una via ferrata avesse cosiffatta direzione.