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centro d'un traffico ben più esteso di quello attuale, che pure già è ragguardevolissimo.
Nè può nascere, ripetesi, alcun timore che gli altri porti italiani, crescendo in prosperità, mai vengano pur essi a pregiudicarlo. Perocché anzi le crescenti speculazioni degli uni e degli altri a tutti daranno nuovo e progressivo elaterio, dal quale per certo deriverà la comune ricchezza.
E così debb’essere infatti d’ogni scalo della Penisola intera, ripetiamolo pure ancora; poiché, come già si è più volte notato, il commercio tende a riprendere le antiche, sue vie, e l’Italia un'altra volta debbe tornare ad esser centro e primo scalo al gran traffico, ch’erasene dipartito, se i suoi reggitori ed i suoi abitanti sapranno coglierne l’occasione.
Le presenti condizioni del commercio di Trieste col Levante, ordinate con un navilio nazionale che attivamente concorre, con quelli esteri, già salirono a notevole prosperità. I nuovi mezzi di comunicazione sopra indicati singolarmente abbreviando le distanze agevoleranno ogni speculazione, e quello scalo sarà fra non molto costituito il primo emporio dove l’Europa settentrionale trafficherà ooll’universale.
Vuolsi per anco notare che la posizione di Trieste, oltre ad essere felicissima pel commercio dell’Oriente colla detta parte d’Europa, mercé delle agevolate comunicazioni provenienti da essa, lo sarà del pari pel commercio di lei colle Antiglie e col continente americano meridionale, quando le ideate intersecazioni dell'italiana penisola concederanno di giugnere più-brevemente dall'Adriatico al Mediterraneo, ed ai punti di questo più vicini all'Oceano, onde si va a quella parte del nuovo Mondo.
Trieste, unito cosi, per le vie di Venezia, de1 Po e d’Ancona agli scali di Livorno e di Genova, come spiegheremo nel seguito, avrà prontissime relazioni coi principali emporii dove segue il maggior trafficò, che il nuovo mondo è chiamato a conservare, non ostante l’accennata rivoluzione, per cui ritorna il commercio orientale alla primiera sua direzione.
Sarà quindi quell’emporio fatto centro dove convergeranno, quante alla settentrionale Europa, le speculazioni del nuovo e dell’antico commercio.