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Intanto coteste prime scoperte ed i viaggi de’ Veneziani e dei Portoghesi, scuotevano il moribondo genio italiano. Esso tramandava ancora le ultime sue scintille, ma senza profitto per la patria comune 1.

Colombo, incautamente ributtato da’ propri concittadini, portava altrove i suoi concetti, e scuopriva il Continente americano; — Amerigo Vespucci, confermando ed estendendo il trovato, avea la fortuna di dargli il proprio nome; e la Spagna, sebben digiuna d’ogni industria, armigera e nulla più, alla sola ricerca dell’oro avaramente spinta, con istraordinari conati di gran valore approfittava della scoperta, e fondava nella parte meridionale del nuovo-mondo potenti colonie; mentre gl’Inglesi, occupata coi Francesi la parte settentrionale, vi creavano essi pure altre colonie, chiamate ad una celebrata futura ben più solida prosperità.

La rivoluzione commerciale, che per sommi capi abbiamo di volo descritta, era l’ultima rovina del commercio del Mediterraneo, le cui rive, fatte deserte, coi vuoti fondachi loro attestavano la passata grandezza, la presente miseria.

Ancora; il dominio spagnuolo interamente prevalse nella massima parte della Penisola. Ivi quegli avidi reggitori solo pensavano a smungere i popoli con cieca crudeltà e con stolta imperizia; sicchè, cessata ogni industria, fatto impossibile ogni generoso conato, repressa ogni idea sublime, dopo un luminoso, ultimo sforzo dell’arte, da cui divini prodotti derivarono, ogni umana speculazione venne fra noi nel più assoluto decadimento.

Allora le arti belle, le arti fabbrili, colle industrie d’ogni specie, l’agricoltura istessa, le lettere, le scienze, tutto giacque abbandonato, avvilito, depresso! — Triste ricordo delle passate nostre sciagure! Infelicissimo effetto delle incaute nostre divisioni! Lezione per noi grandissima di non inciampare altra volta in pericoli consimili, se pur ci riesce ancora di risorgere interamente!

Nel secolo diciasettesimo, cessato, la Dio mercè, lo spagnuolo dominio; venuti altri prìncipi meglio interessati al bene de’ pro-

  1. Vedi Robertson, Histoire de l’Amérique.