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detto, in . . . . N.° 555
Si accrebbero ancora d’altre . . . . 137

fino al 31 gennaio 1844 pel tardo pagamento del 6 per % mandato a conto agli azionisti.

Laonde erano perente azioni N.° 692. Ma la direzione avendo proposto che per casi speciali fossero riabilitati 242 certificati d’azione, atteso il fatto deposito delle rate arretrate, si ordinò dal congresso la sola emissione di certificati N.° 450 nuovi, dichiarate definitivamente perente le prime azioni relative.

La direzione venne pure autorizzata a ricever ne’ casi previsti e spiegati il versamento di tutte le rate maturande dagli azionisti che ne facessero la domanda.

In quell’adunanza il congresso fu ragguagliato dello stato delle opere a quell’epoca, e del presunto termine d’alcune fra di esse1.

Dalla notizia pubblicatasi consta: che sul territorio lombardo i lavori, troppo tardi cominciati, tuttavia, avuto riguardo al breve tempo trascorso, progredirono con notevole alacrità e buon successo. Attalchè, essendo anche molto avviate le provviste del materiale fatte all’estero, speravasi allora vedere nel 1845 aperta al pubblico ed esercitata la linea da Milano a Treviglio, della lunghezza di metri N.° 31,674, mentre erano già molto avanzati i tracciamenti della linea tra Treviglio e Brescia.

  1. Queste indicazioni, e quelle che seguono sono desunte dagli Annali universali di statistica di Milano, ne’ quali ogni mese contengonsi tutte le più importanti notizie concernenti alle strade ferrate, A italiane che estere, coll’indicazione specialmente dei perfezionamenti tecnici che l’umano ingegno va ogni giorno introducendo nell’ordinamento delle dette strade.
         Vedansi, al nostro proposito, segnatamente le dispense uscite dopo che cominciò l’impresa della strada in discorso; e più particolarmente quelle di giugno 1844, pag. 329; di dicembre detto anno, pag. 313; del gennaio 1845, pag. 89.
         Molti di quegli articoli sono estesi dall’avvocato Pasini di Vicenza, e dal signor Jacopo Pezzato di Venezia, i quali provarono amendue molta intelligenza della materia, e viste assai elevate e perspicaci intorno all’avvenire del commercio italiano, mercè delle nuove vie, se l’ordinamento di esse viene regolato con illuminata prudenza. (Vedasi in ispecie l’articolo del signor Pezzato, dispensa di marzo 1845, pag. 296).