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del gran ponte sulla laguna, il quale debb’essere terminato con tutto l’anno 1845.

Intanto, cessato il primo calore della speculazione, sopragiunte acerbe contestazioni fra gl’interessati, seguito il solito rigiro dell’aggiotaggio, succedeva l’ordinaria conseguenza di esso, la crisi commerciale o mercantile; sicché gli azionisti, i

    di menzione gli opuscoli del chiarissimo ingegnere, cavaliere Paleocapa, direttore delle pubbliche costruzioni nelle province venete, e del dottissimi avvocati Manin, Castelli, Pasini ed Anselmi (allora consigliere d’Appello, or presidente del Tribunale di Como, che scrisse sotto i pseudonimo di Demetrio Lazzari). — Voglionsi pure notare quelli degli ingegneri Possenti e Rossetti, dei chiar. dottor Carlo Cattaneo, dell’ingegnere Milani, ec., ec.
         Il giorno 12 agosto 1841 si radunava in Milano il secondo congresso; ma le circostanze mercantili aveano mutate le volontà. Le azioni eran cadute a prezzi vili, senza più aver credito e spaccio, e stagnavano in grosse partite a mano di pochi. Il municipalismo bergamasco era stato grandemente concitato con ogni mezzo; ma esso; era impotente a sostenere l’assunto. — In quel congresso non si volea più parlare della linea, e solo divisavasi di eleggere una commissione, la quale si recasse in Vienna onde intercedere un soccorso governativo atto a dar nuovamente prezzo maggiore alle azioni. Il partito contrario alla linea per Bergamo, ed avverso all’aggiotaggio avendo interesse acciò l’altro non riuscisse nel proprio intento, prese il pretesto della verificazione dei poteri, perchè ogni deliberazione fosse in quella tornata impossibile, e riuscì; perocché, non avendo potuto componi la dissidenza delle opinioni, il commissario governativo dichiarò sciolto il congresso.
         Dopo quel giorno Milanesi e Veneziani (non mercanti) acquistarono azioni, e rappresentarono a S. M. I. e R. le cause che turbarono l’ordine della società, e la necessità di cominciare i lavori anche dal lato di Milano, lungo la linea del privilegio. — Emanarono in seguito le risoluzioni sovrane che si conoscono, le quali confermano la detta linea. — La strada Lombardo-Veneta fu dichiarata strada dello Stato lungo essa linea privilegiata, cioè da Venezia, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Treviglio a Milano, e la questione di Bergamo fu sepolta per sempre.
         Nel volume degli opuscoli può leggersi quello intitolato: Cenni sulla questione, ec., di I. P. (Iacopo Pezzato), nel quale accertasi esposta la storia più esatta della vertenza, e narrato l’esito delle imaginate strade da Monza a Bergamo, e da Bergamo a Brescia.
         Volendosi ora proferire su quella vertenza un’opinione in genere, sebbene