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nienta; Roma concede libero il volo alle sue aquile, ed in breve coprono colle sue ali l’universo. Allora l’ardore delle armi cede il luogo all’industria ed al commercio, l’uno e l’altro aumentano la ricchezza, la civiltà. Le provincie s’infiammano a questa luce della romana grandezza, e qualche debole raggio trapela fin nelle gelide regioni della Scizia e nei deserti dell’Arabia. Allora due invide e fameliche nazioni sbucciano dai loro covaccioli. Le stimola la propria miseria, le alletta la ricchezza altrui; le incoraggisce la disperazione, e la mollezza altrui loro rende facile la vittoria.
Già l’impero di Occidente è contaminato dalla presenza degli uni, quello d’Oriente è insanguinato dalla crudeltà degli altri; il patrimonio d’Augusto è divenuto proprietà dei barbari; le scienze, la civiltà, l’industria, simboli di pace,