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Parlando poi della sconvenienza di ammettere le società straniere, io non intendo già di concorrere nelle idee di taluno che le disapprovò sol perché temette di veder portati in paese estero i frutti dell’impresa; che anzi io credo essere sotto a tale aspetto più utili le società straniere di quelle nazionali. Infatti, supposta la formazione di una linea di strada della spesa di 100 millioni, la società straniera che deve mandarla ad esecuzione porta nel paese quel cospicuo capitale sonante; più, arricchisce la nazione con un altro capital materiale rappresentato dalla strada stessa di ferro. La società gode, è vero, il frutto del capitale sonante, ma la nazione entro la quale circolano i 100 millioni impiegati nella formazione della strada fa fruttare anch’essa quel capitale, e forse, assai più del frutto legale;