dell’arrivo vastissimi tratti di superfìcie è priva di abitatori, e che il punto estremo della strada tocca un territorio abitato da pochi migliaja di coloni poveri, perché da pochi anni divenuti padroni di quelle terre, ciò vedendo, o devo credere, che le strade in ferro hanno il potere di moltiplicare all’infinito il moto del commercio, o che le società che le costrussero, certamente col fine speculativo, hanno perduto il cervello. E siccome non posso credere che una nazione, a cui si attribuisce sagacità e previdenza finissime, trascorra in errori tanto strani, così devo attenermi al primo supposto, e conchiudere che se i costruttori delle strade ferrate percorrenti contrade in molti luoghi spopolate, hanno tuttavia un utile, di qual maggior vantaggio non sarebbero agli imprenditori quelle costrutte sul continente eu-