Pagina:Delle scoperte fatte nella luna del dottor Giovanni Herschel.djvu/22

16

zurrognolo, e della grossezza di una capra, di cui aveva il capo e la barba; nel mezzo della fronte sovrastava un sol corno lievemente inclinato al disopra della linea orizzontale. La femmina non aveva nè corno, nè barba, ma la sua forma era alquanto più lunga. Camminavano a stormi, ed abbondavano specialmente sulle chine della selva sfornite d’alberi. Per l’eleganza, e la simmetria delle forme quell’animale stava al paro della gazzella, e pareva come questa agile, e festevole; si vedevano correre con velocità straordinaria, e saltellare sull’erbuccia follemente come un agnelletto, od un gattuccio. Quella vezzosa creatura ci fornì il più incantevole spettacolo. La mimica de’ suoi movimenti sul nostro canovaccio bianco inverniciato era fedele, ed animata al paro di quella d’un animale, che si veda a due passi da noi sul timpano d’una camera oscura. Soventi quando tentavamo di sovrapporre le nostre dita sulla loro barba svanivano ad un tratto come per ischivare la nostra terrestre impertinenza, ma sittosto comparivano altri animali, cui era impossibile il vietare di roder l’erba per quanto dicessimo, o facessimo.

Esaminando il centro di quella deliziosa valle avvisammo un fiume spartito in parecchi rami, che racchiudevano delle isole incantevoli dove vivevano uccelli acquatici d’innumerevoli sorte. Quella somigliante al pellicano grigio era la più numerosa. Avevano costoro il dissopra del capo bianco e nero, le gambe, ed il becco lunghi oltre ogni dire. Esaminammo lunga pezza i loro movimenti, mentre si affaccendavano a cogliere i pesci, speranzosi di scoprire un pesce lunare; ma quantunque la sorte non ci abbia favoriti a tale riguardo, potemmo tuttavia di leggieri indovinare la ragione, per cui immergevano il loro collo sì profundamente al disotto dell’acqua. Presso l’estremità superiore d’una di quelle isole ci fermò lo sguardo l’apparizione effimera d’una strana creatura anfibia di forma sferica. Ella rotolò con grande velocità pei ciottoli del lido, e finì col perdersi nella corrente rapida che s’agitava da quel punto dell’isola. Fummo astretti ad abbandonar quella valle piena di vita senza esplorarla. Delle nubi s’accu-