Pagina:Delle scoperte fatte nella luna del dottor Giovanni Herschel.djvu/20

14

esser quelle probabilmente formazioni di quartz di color amatista vinoso; e dopo siffatta indicazione, ed altre ancora, ch’egli avea ottenute sulla potente azione delle leggi di cristallizzazione in quel pianeta, ci promise un campo dovizioso di studi mineralogici. L’introduzione d’una lente confermò appieno la sua conghiettura. Erano diffatti mostruose amatiste di color rosso-pallido, sfavillante in modo sì intenso da pareggiar i raggi del Sole. Esse variavano d’altezza di 60 a 90 piedi per la più gran parte, quantunque ci a venisse di mirarne altre molte di altezza assai più incredibile. Noi le osservammo in una sequela di valli, disgiunte da linee longitudinali di colline rotonde, elevate, e leggiadramente ondeggianti; ma ci sorprese soprattutto l’invariabile sterilità delle valli, che contenevano que’ maravigliosi cristalli, e le pietre di tinta ferruginosa, forse piriti di ferro, che ne coprivano il suolo.

L’estremità settentrionale in tutta la sua larghezza di cento leghe almeno avendo attraversato il nostro piano, noi giungemmo ad una regione alpestre e selvaggia, ricoperta d’alberi più grandi, e di foreste più estese di quelle che avevan prima veduto. La specie di quegli alberi non può venir descritta per aggiustata analogia; parevano però simili alle querce delle nostre foreste. La chioma ne era di gran lunga più bella, conciossiachè constasse di larghe foglie, splendide come quelle dell’alloro. Trecce di fiori gialli sospesi ai rami, e quasi cadenti al suolo ondeggiavansi con leggiadria ne’ luoghi sforniti di piante.

Poichè trascorsero quelle montagne, noi vedemmo tal regione, che ne riempì di stupore. Era una valle ovale, cinta da ogni lato, fuorchè ad una piccola fessura verso il Sud, da colline rosse, come il più puro vermiglio, ed evidentemente cristallizzate; imperocchè dovunque era veduta una spaccatura (e queste spaccature erano spesse, e d’immensa profondità) le sezioni perpendicolari offrivano delle masse agglomerate di cristalli poligoni eguali gli uni agli altri, e distribuite in istrati profondi. Il colore diveniva vieppiù oscuro all’avvicinarsi dell’imo de’ precipizi, innumerevoli cascate sgor-