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notte 57

Sotto il fasci© del duo], che m’ange, e opprime,
Erger poss’io la sventurata testa?
Bagn<a di pianto un mar gli aridi solchi
Dal tempo già sul volto mio segnati.
Dal pianto istesso il dolor mio ftprende
Vigor novello, e dal mio sen trabocca.
No, degli amici fidi il pianto, i lai >
No, le lacrime mie di sì funesta
Morte non mai saran sfogo che basti.
Àdorabil Narcisa, il mondo intero
Sappia i tormenti miei, le tue sventure
Intenda, e meco 1? universo pianga.
Ovunque il nome tuo porti la fama:
Ovunque giunca il canto mio, non vii*.
Tributo avrai di pianto, e di sospiri:
Ed il Garzon vivace, e d’amor caldo
Mesto sarà per te, per te tra l’urné
W andrà sovente, e tra gli ombrosi antichi
Cipressi fia, che taciturno e solo..
X tuoi casi rammenti, e poi ti pianga.