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notte 55

Sorge lo sdegno contro fredda polve’,
Una salma innocente allor s’insulta?
Strano sistema è questo, e tal che svolge
Gli ordini di natura. E come paote
Luogo aver tra’ viventi, i qnai soltanto
Han dall’amor la vita, e questa ancora
D’amor si pasce, ed il piacer sincero
Non trovan che in amor, che per amarsi,
Hanno sol pochi istanti, e questi immerge
Tosto il destin d’eterna notte in setto?
No, natura non vede in se più strana
Belva, più.fiero, e più terrihil mostro
Dell’uom, che l’altrui mal non tocca, e muòve.
Quante volte le sue lusinghe istesse
Perfide sono! E se sollievo appresta,
L’orgoglio mischia i beneficj all’onte;
S’altrui porge talor la man pietosa,
La sua pietà quell’infelice offende
E quanto fia cruclel, quanto feroce
Quando è di rabbia, e di vendetta armato
Impallidisci, o Cinta; e voi fuggite,
O pacifiche stelle. Orida notte
Vi chiuda in sen per non udir de* mici
Detti il nero tenor. Di noi mortali
Il flagej più pesante, il più superbo
Fier* tiranno, che fuggir non lice,
È l’uomo. Àlmen sull’orizzonte aduna
Torbide nubi, e la tempesta accenna
La grandine • Le Torri aprono il fianco
Pria di tutte cader nelle profonde
Viscere della terra. In sen di questa
S’ode tetro fragor, quando i torrenti
Sboccan d’accesi zolfi, e questa ondeggia
Pria che genti, e città scuota, ed inghiòtta.
Foschi globi di fumo ondosi, e misti.
Di volanti faville orrido incendio
Mostran da lungi • Ma non stride, o splende
Quel folgore, che l’n’om scaglia; e’l trèmendo
Scoppio tuona sol quando atterra e schianta.