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28 SECONDA

Forse gramaglie oscure! Ah no, lo veggio
In seggio trionfal di palme adorno.
335Qua rimiri ciascun qual gloria ha in fronte,
Qua miri l’uom, che di virtù seguace
Morte, invidia, timor, se stesso ha vinto.
     Lungi, o profani: o qua vi guidi almeno
Riverenza, e timor. È sacro il loco,
340Ove il giusto si sta cedendo al fato
Fragile spoglia, e vil. Di questo albergo
È termine l’Olimpo, e in questo adesso
È di luce più bella il vero adorno.
Manca ogni falso raggio, e cade il velo,
3454 Che dell’alme nasconde al guardo umano
Tutti gli affetti alla ragion nemici.
All’aprirsi dell’urna il ricco manto
Spiega l’alma virtude. Aureo volume,
Ch’aurea destra vergò, rassembra il volto
350Del giusto allor che muore, in cui ritrova
Di premio generoso amabil pegno
Ognun, che a lui somiglia: in quello il vizio
Il suo rossor vi legge, e in faccia a lui
Resta avvilito il temerario ciglio.
355L’increato Fattor, che tutto muove,
Dilegua allor le nubi, e quali al seno
Ei si stringa fa noti. Al suol si giace
L’idolatrato un dì vano fantasma
D’onor, di gloria, e di sonante fama
360Da’ fantastici eroi: sol la virtude,
Sì, questa sola in maestoso aspetto
Siede a fronte di Morte, e più superbo
Sorge da’ fieri colpi il vero eroe.
Quanto barbari fur quelli, che in seno
365Di Filandro vibrò! Vibrò quest’empia,
Come talor nelle serene estive
Notti picciola nube al monte appresso
Scaglia fulmineo stral, quando i più belli
Giorni del viver suo correano, e quando
370Della felicità sedeasi al fianco.
     Ah Filandro! Ah tu fosti a forza tratto