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NOTTE. 25

I dolci modi, che taluno ha in fronte,
Immagine dell’alma, e non t’inganni
Luce mentita, che talora accende
Vilissimo vapor. Rigido esame
220Risolva i dubbj tuoi. Lo scelga alfine
Il genio, e la ragion. Se lo scegliesti,
Sia posto dentro alle secrete cose.
Donar il cor per ritirarne il dono,
Fissar la scelta, e dubitarne ancora,
225È tormento, è follìa. L’amico eleggi,
E scrivi la tua scelta in seno a morte.
A te lustro maggior che ad esso arreca
Così piena fidanza; e se in periglio
Per lei ti vedi, ah ti consola, e pensa,
230Che rischiar tu non puoi prezzo, che basti
Pel più gran dono, che san far gli Dei.
„ Un dolce amico assai più val del soglio.
„ Povero è un Re, se sovra un cor non regna,
„ Nè quel massimo ben compensa il mondo,
235„ Che l’amistà ci dona. Ostri, e corone
„ Io cederei per sì sublime acquisto.”
Così Filandro sulla cetra aurata
Cantava allor che in invidiabil nodo
L’amistà ci stringea, ch’io d’Ascra il sacro
240Fuoco destava in lui, e che del Nume
Tutta piena sentìa la lingua, e ’l petto.
L’Indico domator, che il vivo raggio
Del Sol racchiuse entro purpurea rete,
Che del piacere, e dei bei motti è padre,
245Versava a noi con lieta fronte il riso,
E il biondo umor della feconda vite,
Tenea la destra mia lucido nappo,
E di Nestorea età, d’alma virtude,
Interprete del cor cantava il labbro
250A Filandro gli augurj. Oh sacra, oh cara,
Oh divina amistà! Tu della vita
Il sollievo, il piacer, l’ambrosia sei.
Ma pria che tal questa virtù si renda,
Vigor dal tempo attende, e nei prim’anni