Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/338

312 VENTESIMAQUARTA

Noia permetter, che mai possa Filandra
Rimproverarmi; anzi dimostri ogni opra,
250Ch’io non mai soddisfeci al doppio incarco
D’amar te*vivo, e cF obbedirlo estinto.
Odi: de’ cenni di Filandro io sono
Semplice esecutore questi precetti
Kt mi lasciò morendo, e per sjuo cenno
255Or li presento a te- Tu desso ascolta,
Sebbene io parlo, ed in entrambi il cielo.
Se dell’amico i detti, i miei non odi
Deh la tenera voce almen del figlio
Ti penetri nel cor . Tutta dipende
260Da quelle vie, che di calcar risolvi,
La sua felicitaci * Alla tua scelta
Palpita questo figlio, ama te stesso,
Se felice lo vuoi. L’esempio altrui
Su tutti i cori umani ha grande impero *
265Questo, quando è malvagio, ha più vigore,
35 più forte divien, se il porge un padre •
Se il genitore è reo, perduto è il figlio.
Come l’attor de’ giorni suoi tu fosti,
Esser vorresti -delle sue sventure
270Lèi barbara cagione, ed ei dovrà
L’essere maledir, che a lui donasti?
Benedice cosi, così sostiene
Un genitore amante i figli suoi?
Se, Lorenzo, di te cura non prendi,
275Di Filandro l’amico, ah di Fiorello"
Conserva il genitor- Se. tu ti perdi,
,11 tuo figlio è perduto, e dell’amico
Di Filandro tai gesta il mondo aspetta,
Di cui Inestinto arrossir mai non deggia .
280Lascia, che almeno affetto uman le veci
Di più nobil cagióne in te sostenga;
Che della tua ragion sorga in soccorso
Un’emula, virtù, sorga l’amore»—
E ti, risolvi aifin d’esser felice.
285Un amico tei chiede: ei ti dimanda
Per ultimo favor, che al vero bene