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NOTTE. 299

Ed in ambo gli estremi all’uom tu sei
Inconcepibil cosa, alto mistero!
Padre di quei, che in cento schiere e cento
105Scuopre la notte a noi lucidi elobi,
Di cui l’ultimo al mondo, ali uom potea
Tutta svelar del braccio tuo la possa;
In mezzo a cui fu Tuoni da te lanciato,
Perchè divoto animirator ne fosse!
110Padre di questi momentanei Regi,
Della materia, e degli spirti ancora:
Della gloria paterna, accesi raggi,
Della possanza tua più illustri figli:
In cui versasti il fortunato dono
115Di poter farsi ai ciglio tuo graditi:
Nè volesti, che sol da impresso istinto
Fossero astretti a rispettar tua legge,
E che questa per lor fosse un arcano!
Questi, da cui formata è schiera immensa,
120Esseri intelligenti, in ordin certe
E divisa per {radi ascendon sempre,
1/ un sovrastando all’altro, iniìn «he giunga
L’ultimo, che al gran Nume è più viciao.
Del divino splendor questi son raggi,
125Che più languidi or sono, or più vivaci,
Che a penetrar sen vanno, a infonder vita
Degli organici corpi entro P orrore»
Ebber questi da te con varia lance
L’intelligenza, la ragion, l’htwto;
130E la famiglia lor y che tanto è folta,
Popola, ed empie questa reggia altera >
Detta Universo, che il tuo braccio eresse .
E tu 1, che al sommo Dio regni secondo,
E in,me egual gli sei* che a noi danaati
135Una, ita immortai, che a prezzo immense
La comprasti per noi! Tu, che creasti
I Mondi tutti, ed al tartareo laccio
Un ne togliesti! O dell’eterno Sole
Fulgida eterna luce! O tu, di cui
140II sovrano poter limiti sembra