La sua felicità? Nella natura,,
Esser nonv’ha, «neppur tra quei che sono 100Più rozzi e inerti, che creato il Nume
Abbia solo in suo prò, che all’UGHI non porga
Di scambievole amor norma ed esempio.
E tu, crudo mortai, che a far vendetta
Sei pronto sempre di chi a te somiglia., 105All’offesa più lieve, ardito lanci
Del tuo furor qual irritato insetto
L’aculeo velenoso? Or sappi, un’arte
Egualmente maestra e questi globi,
E ’l tuo cor fabbricò; sappi che solo 110Fu per amar questo tuo cor formato*
Guasto F ha reso il tuo volere le tue .
Incfomite passioni ogni armonia
Turban de’ moti, che gli die natura-,
E schiavo il fan della tempesta atrooe, 115Che discordia, c livor destano insieme.
Seguir dunque non vuoi quel dolce impulso.,
Che al tuo cor diè natura? Ella t’invita
Al bene uiiiversal. Barbaro! e ardisci
Allor che i sguardi tuoi, che i tuoi pensieri 120Scendon dal «cielo., nel fraterno sangue
Correre .a dissetarti? E qual è mai
La camion die ti spinge? Oh infamia et ernai
Un pollice di fango . Ascolta i detti
Di quegli astri,, che miri . Ad alta voce 125Questi gridando van; ferina, da noi
A esercitar beneficenza impara.
Così degli astri lo splendor si rende
Uti}e in doppia guisa, e il doppio orrore
Toglie, che ingombra i nosfri sensi, e l’alma, 130Ah nudrissi tu almcn per la.’virtude
Quel vivo amor, che risvegliare un giorno
Sepjje agii Etnici in sen del ciel l’aspetto!
Desio, che rende il secol nostro infame
È questo, ma desìo, che il ver mi detta; 135Che Religion più languida nelF uomo
Sempre si fa, quant’ei diviea più dotto*