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XXII. N O T T E.


Veduta Morale de' Cieli .


ARGOMENTO.


Dalla considerazione della divina grandezza > che singolarmente si manifesta nella moltiplica sede de* vìventi destinati a cwioscerlo, e goderlo, deduce il Poeta i sentimenti , che debbono nascere negli uomini del nostro globo riguardo a Dio, cioè L'umiltà, la giusta cognizione di se stesso, ed il desiderio intimo di unirsi a Dio per mezzo della virtù . Questa insormontabile serie di creature è la strada i che guida l'anima alla contemplazione dell' Eternità , in cui solo spera di trovar contentezza .

Del ciel P aspetto Y umiltade ispira ,
Fa casto e puro il cor, de' Leni eterni
Lamor risveglia. Ah tre virtù son queste
Quasi estinte sul globo! eppure in cielo
5Hanno plauso immortala Se l'uomo il guardo
Fissa ne 1 cieli , una potenza ascosa
Sente , che incanta il cor , che con ignota
Forza lo signoreggia, e porge alPalnia '
Lena impensata , che non chiese al cielo .
10Se vasto mar si mira, t) fiume immenso,*
O folta estesa selva , o gran deserto,
Ove V occhio si perde, od -erto monte,
Cile le nubi ferisce, o fier dirupo,
Che guarda minaccioso il piano, e Tonda:
15All'aspetto de* vasti orridi seni
Di sotterranee grotte , a cui natura) J '
Fabbricò di sua man le volte ardite*,
O dove il tempo col ferrato dente
Xavorò laberinti immensi e cupi :