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NOTTE. 285

295E distruggerla sol può chi l’eresse . .
Perchè aggirarsi vuol l’uman pensiero
Ove col suo splendor non giunge il Sole?
Basta per Tuoni, che un sol portento apprenda
Basta per Tuoni, che un infinito scorra, *
300E un cielo sol da meditar gli basti.
Dotti del mondo, e voi della natura
Rigidi osservatori, e voi che Torme
Calcate di Newton genj sublimi,
Scopriste ancor colui, che’ del creato
305La sommità rimira in bassa valle?
L’orbe trovaste ancor delT Esser sommo,
Del Sole universal, che sempre trae
A se gli esseri tutti? Ancor vedeste
Quai satelliti in ciel gli fan corona,
310Quali stelle al mattili pfestangli omaggio?
Ogni scienza rigetto: a lui mi guidi
Sacra religione. Un’alma fida
Alla virtù, che il suo fattore adora,
È quel dotto che il vede, e non ha. d’uopo
315Che lo guidi a quel Nume angelo, o stella
Un rispettoso amor penetra dove
Giunger non puote una ragion superba,
E va dritto a ferir l’eteree porte
Folle il saggio divien, quando sul globo
320Di natura i misteri intender vuole,
O delT esser divino entro l’abisso,
flh’è più profondo ancor, osa inoltrarsi.
Per apprender assai, per fare acquisto
Di scienza vasta Tuoni non vide il giorno:
325Per ammirar, per adorare ei nacque.
Ogni astro è tempio, ove il dovuto omaggic
Riceve Iddio., ed in ogni astro io vidi
L’are fumare, e verso il trono eccelso
Ergersi vidi i lor profumi, e intesi
330Le sfere .risuonar delle sue lodi .
Nulla e profano alT universo in seno,
E sacro luogo è la natura intera.
Come il nume stellato in cielo infiamma