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NOTTE. 275

JC d’ogni scienza umana ei sia maestro,
905A far oltre i suoi dubbj un passo solo*
Può ben egli bramar, esser ben puote
Suo vantaggio il pensai’, che non v’ha Dio:
Ma convinto n©n mai fia, che ne resti,
Nè strano è poi, che l’esistenza eterna
910D’un Dio tragga con se misteri ignoti
All’umano intelletto. Un dritto i nostri
Organi materiali aver non ponno
Sopra uno spirto, e sòl nell’opre sue
Il vede l’uom quanto veder si puote
915Da’ mortali il gran Dio. Splende di questo
L’onnipotenza in ogni oggetto, e splende
Nella terra, nell’uomo, in quei portenti
Che a noi presenta il ciel . Da tutti i punti
Dell’universo di fiammante luce * Dardi
920ella vibra a fulminare intesi «
Ogni incredulità. Quegli astri tutti,
Della materia un di creduti i Numi, t .
De’ quai l’aspetto d’ogni senso privo /, .
Meta fu per gran tempo al culto umano,
925La ribelle ragion domano, e l’alma rt .
Fan che tutta si rendà a Dio soggetta.
In eiel non vive già l’arbitro eterno
Solitario monarca. Io là discopro
. Il folto stuol, che fa corona al Nume*
930Spiriti numerosi intorno al trono /
Schierati io veggio. Ne* lor varj ammanti h
Splendwn porpora, azzurro, e perle, ed oro,
E delle vesti lor temprando vanno
GÌ’ immortali colori. E questi spirti
935Con l’ali tese, e sempre attenti al primo
Cenno flel loro Re, l’ampio universo /
Corrono pria che fine abbia un istante,
Ed in numero son, ch’uom non comprende.
Forse un angel presiede ad ogni sfera,
940La ’guida, la sostien, n’anima il fuoco,
Od ha in quella altro ufficio all’uomo ignoto*
Di queste sfere l’apparato esterno