Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/292

266 VENTESIMA

L’onnipotente nome suo ne/ cieli
Impresse già con fiameggianti cifre . . .
555E che leggiamo in Ciel? D’un Nume eterno
Vi leggiam P esistenza, e quella ancora
D’altri esseri dell’uom più assai sublimi *
E in ciele ancor l’eternitade è scritta.
Ma qual eternità? La tua, Lorenzo,
560Quella d’ogni mortai. Non sol la fede
Nel contemplare il ciel vigore acquista,,
Ma la virtude ancora. In Ciel si trova
Il balsamo vital, che ad ogni colpa
Resiste, e più contro la rea vendetta,
565L’ambizioso desio, la fiamma impura,
Contro l’orgoglio il suo vigor dimostra .
Tai luminose cifre, insiem col tempo
Nate, sincere sono, e sempre avranno
La stessa luce, che a cangiarne i segni
570Giunger d l’uomo non può destra profana.
L’uomo, che cangià in mostruose forme
Gli astri, e vuol ch’altri in lor vegga chimere
Ch’ei solo immaginò, negli astri legga .
L’auguste verità, ch’offrono al ciglio.
575Altro non è questo teatro immenso
Che volume, ov’è scritto esservi un Dio;
Libro, che. la natura ostenta, e svolge
Al ciglio attento, che ne pesa i detti
Nell’alta quiete tje’ notturni orrori.
580E tuttor di prodigj avido è l’uomo?
Forse n’ha d’uopo perchè scorger possa
Sovra l’ampia natura il sommo Nume,
Che la produsse, che ne regge il corso,
Che n’è l’ultimo line? E dove è l’uomo,
585Che può del Mondo rimirai: l’aspetto
Cinto d’ombre notturne, ed a se stesso ■ j .
Non dimandar: e qnal è dunque il braccio
Dal cupo vel celato, e qual la destra
Possente, e ascosa, xhe a sì vasti mondi
590Jl moto impresse, ed ordinò di questa .
Macchina immensa l’intrigate molle?