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2 prima

Tutto il furor di un disperato affanno
Per sognati infortunj in me soffriva!
Reso a me stesso, alla ragione.... E quale
20Nel destarmi qual pro? Sol de’ miei mali
Cangiò l’orrida serie, e più del falso
Più mi ferisce, e mi tormenta il vero.
Il giorno è breve, al mio dolor non basta.
La notte? sì, che la più nera notte
25Nel momento che fa pompa maggiore
Di tenebre profonde, è ancor men trista
Del mio destin, dell’alma mia men cupa.
Giunta la notte del suo cerchio al mezzo,
D’ebano in trono alteramente assisa,
30Qual Dio cinto di nubi, e che del volto
Nasconde i vivi raggi, il plumbeo scettro
Sovra un Mondo sopito ella distende.
Oh qual silenzio! Oh qual profondo orrore!
Tutto è muto all’orecchio. È muto all’occhio
35Di luce ogni soggetto. In alto sonno
Posa il creato, e sembra morto il tutto:
Sembra che fermo sia quel moto interno,
Che vita imprime agli elementi, agli astri,
Che del tutto è cagion; che la natura
40Resti sospesa: oh che terribil pausa
Del dì final profetizzante immagine!
Questo giorno s’affretti, e chiuda il fato,
Or che tutto perdei, chiuda la scena.
Silenzio! Oscurità! Coppia solenne,
45Augusti figli dell’antica notte,
Voi, che guidate ogni pensier che nasce
Alla saviezza, che rendete all’alma
E coraggio, e valor, che l’uomo afflitto
Sollevate per vostra ignota possa,
50E della sua ragion signore il fate;
Assistetemi voi. Nell’urna aspetto
A ringraziarvi. È là che trono avete.
È là che questa vil salma, di cui
La polve è vostra, allor che in essa torni,
55Alla divinità vostra terribile