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248 DECIMANONA

La sua felicità, di cui viptude
255Pose per salda ed immutabil base.
Ei, riposando sul voler primiero,
Sempre egualmente attivo, e tempre liete
Disvela il sup vigor, s’occupa sempre
Sol dell’alma, cMia in seno, e m Dioritrova .
260Ciò che pago Io rende* Ei sol dir puote
D’esser vivente, e nel passato giorno
Era del viver suo già pieno il corso
Potea la morte presentarsi, e accolta
Con placido sembiante egli Tavria.
265Quella vita, che appar vana, meschina
Ali 9 noia di sogni amico al saggio sembra
Jticca, che sa ben- ei prezzo infinito
Ai momenti donar . I giorni suor l
Come i volumi Sibillini un tempo y
270Quanto scemando vanno acquista» pregio r
1/ ultimo istante suo valore iftimenòo
Racchiude; e voi, Monarchi, a farne acquisto
Più d’un, trono offrireste, eppur rara puote m
Il pregio pareggiarne il mondo intero
275È chi può mar vantare il suo coraggio?
Altri affrontan la morte, e vinti sono
Agli assalti del vizio: hai* core in; .petto
Sol ne’ campi di Marte, e m lor l’accende
Un fantasma di gloria . Àtler che cpuesto
280S’allontana, e non più tal forza estrania
Sovra dell’alma lor mostrasi attiva,
L’eroe si perde, «la viltà ritorna*
Ma il saggio armato d’indomabili lena
Pugna costante * ed invincibil resta
285Agli urti del piacer, nè può la pena
Imprimergli giammai cruda ferita»
La viva Fè già fabbricò per lui «fc
Sull’abisso mortai marmoreo ponte,
Chel’orribile gorgo a lui ne cela,
290E del mondo presente, e del futuro,
Le due rive remote insieme unisce
Sigli anelando a ’non temer la morte