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230 DECIMASESTA

Sempre alla vita, in mezzo a’ «uoi furori
Frangerebbei suoi laeci, e rovesciato. .
565Ogn l’inciampo, n’andria nel- -cupo- abisso
Precipitoso ad incontrar la morte.
Se tu, Lorenzo y ancor temi sì tetra?
Disperata follìa ( sebben viitade
Questo timore appella il mondo< insano )?
570Se par non è per te la tomba oscura
Iflditferente oggetto: impara ornai
A veder eie* che sei eia che ti giova
Rendi soggetti di fortuna i doni
Alla salute del corpo l’e questo’
575Rendi soggetto all’alma, e Palma à Dio
Se per tai gradi, che natura insegna r
Il passo muovi, a te innalzar potrai
Tetto felice eoa durevol base. . • < .’
Chi tai gradi confonde, o li rovescia,
580Vuol, che piramidale ultima cima
A piramide sia base e sostegno
II vizio, i sensi, e le chimere amene
Figlie d’uman pensier, donar non; ponilo
Quel ben, ch’è degno d’anima immortale
585li piacer vano, 4 che ur momento vive
Saziar non puote il cor». Nella, yirtude
Si ricerchi quel puro almo diletto
Che fa’ l’uomo più grande il fai più illustre
Ch’estinguersi non può, sempre- è lo stesso r
590Che di crescer promette e che coraggio:
A traversar questa mortai carriera
Ispirando, di tal corso alla meta;
Ricca felicitale aji’aom disvela:.
Felicità divina Y a cui non’giunge*.,
595Col cenno suo fortuna, o tempo l’o Htorte l’
Diletto, a cui la speme è semjprre al fianco,
.Che ci toglie agli affanni, a quel ci guida
Sonuiio benefattor, di cui l’eccelsa
Prodiga destra con mirabil arte ’
600Uniti volle un di tanti portenti,
li sì sublimi fresi al fanso umano