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NOTTE. 223

290D’infermo core, a cui furioso, e vario .
Moto di spirti sol per poco impresta
Sembianza di salute; aura leggiera»
Che dolcemente irrita, il riso desta *
Cominciando a spirar, ma poi tormenta
295Lo smoderato riso ogni pensieroDissipa,
altrui disgusta, e spesso ancora
D’orgoglio, ft- di follia noi stessi accula.
Sovente uri riso tal non è che vano *
Importuno rumor dell’uom, che soffre
300Acuta lima di tormento, e tenta .»., v
Di far, che l: alma il suo penar non oda. *
Non si creda» però quest’ombre vane
Segni di piacer vero, e sol dal vizio
Pende tal allegria; l’-apporta, mi niente,
305Un niente la distrugge. e quando è scorso
Si lieto istante, l’uom più s* abbandona,
In triste?/, a più nera,egli s 1 immerge,
E più crudi risente i mali suoi*
Questa folle allegria somiglia appunto
310Quei torrenti fangosi in pochi istanti (
Turgidi fatti, di cui Tacque ardite,
In vorticose, e fulminanti masse. .
Scorrendo vanno con orribil fiotto r
Formansi in tia momento, il corso loro
315Vede l’altro finir, e le campagne, . i. i
Che minacciaron d’inondar a coperte .
Resjtan da sabbia, che nel suo fiutare -r
Secò l’onda trasporta, e in ior depone *,
Nè questa è la letizia atta a far fronte
320A sventura, impensata v a gir contenta . .
Ad onorata povertade incontro j,
E tranquilla mirar qual sia la morte
Senza temer, del suo tremendo aspetto.»
De 1 nostri sensi il passeggier trasporto
325Non ò felicità: questa è dell’alma v
Statp, che mai non scema, e non si perde >
E che prender non può stabil possesso
D’un agitato cor . Perchè costante