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222 DECIMASESTA

D* ogni piacer, e d’ogni, morto, è madre-’
So 5 che poco al mondar* tal dogma è grato Y
Che il nome dì pietà lo muove a riso;
D’ogni terreno beri pur questa è il germe
255Ed è della ragione il frutto primo.
Amar P uomo non pub con puro affetto,
Se nel!’ oggetto amato Iddio non vede .
Base è questa pietà, su cui riposa.
Tutto il fraterno amore i e questo ip parte
260Deliafelicitale umana è fonte,.
Anche maggior felicità comprende
Questa pietade stessa 5 un Dio creduto,
È un sommo ben, che nasce; assai più grandé
Quel ben si fa, se Dio. s’adora, e teme;
265E compiuto è qualor s’ama: quel Dio ...
O voi, che sempre ed il rumore e i giuoclt
Gite cercando, e che piacer vantate,
Voi chiamati daL mondo uomini lieti
Cinti d’ogni piacer, voi stessi, siete
270Soggettila, ogni tormento . E perchè Ifiai
Nel futuro il pensier sempre- vi porta,
Se non perchè non mai lieti vi- rende
Ciò che godete? E voi sempre incalzati
Da voi medesmi, da invincibil noja,
275Della vostra miseria in ogni, istante -;
Palesate il segreto .: A voi la quiete
È insofTribil tormento; a forza al. mota
Noja v’astringe y e in questo mot© Palma
Ondeggiate voi stessi, affinchè taccia
280Del vostro interno mal la trista voce
Tal consiglio però prendete in vano, 1
Che svela questo il mal,, ma pai noi sana*.
Se fosse lieto l’uom, non si vedria
Della notte turbar l’alto silenzio.
285Con spettacoli strani, e rumorosi
Propria è solo d* un’alma angusta, e lieve %
Gonfia di proprio amor, vuota d’idee,
Il darsi senza freno in preda a questi
Strepiti laminosi* È questo un grido