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218 DECIMASESTA

95Debito non può mai colM menzogna <-,:
Contrai* la verità: sincero adunque .
Confessi ognun di voi, che la dolcezza
Il mei racchiude, e sol da voi s aggiunga,, .
Che il suo dolce è mortai, s’ha 4n se veleno*
100Ouesto piacer è della vita umana .
Babamo, e la che l’uomo al ciel sia grate. .
Potrebbe Tuoni riconoscenti voti, Se
il possesso ri quei dolce non fosse, * «*
Porgere al ciel de’ benefizj suoi?
105L’esser, che non ha senso, a forza è ingrato».)
jj uom sorride al piacer fin dalla cuna, .
De 1 suoi vezzi s’accende appena è nato,
E finch’ei vive ha quest’amore in petto. ’
fiè di tal Re delP uomo è poi nemica
110la saviezza: ma sol d’essergli guida
Ha cura, e serve a. lui, nè il ti on gì’ invola
Grida natura all’ucm ... sempre t’allegrai •
Ovunque a’ sensi suoi questa presenta
Ciò che può lusingarli: in lor vantaggio
115Quanto ha di ricco il mondo essa alimenta; ’
Lauta mensa mantien, scena festosa-
Ove s’inebbria l’uoin di dolci sensi . * —
La sua man generosa in ogni istante
Del piacer colma il vaso, e cel presenta
120A nome del gran Dio. Sì ricchi doni
Accetti P uomo, in faccia a Dio ne goda,
. E del grato suo cor sia puro omaggio
Il gustato piacer: però rammenti
D’appressar sobri© labbro al vago nappo,
125Che i sensi incanta. Altri piacer vigono ’
Più assai perfetti 5 assai dell’uom più degni»
Coltivar la ragion, render attive
Le potenze dell’alma; i suoi £ensieri •
Volgerealla virtude, e sempre ardenti •
130Per ciò ch’è vero ben, nudrir le brame,
Sicuro mezzo è di svegliar nell’alma
Diletto vero* e tal che mai s’estingue.
Lorenzo, tu che un solido piacere •