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DECIMAQUARTA NOTTE. 183

E la natura, e Dio, d’assai sovrasta
All’immenso stupor, ch’offre il creato»
15Lorenzo, il sen dischiudi, alle tue brame
Togli ogni freno, il cor dilata, e s’erga
Tanto il pensier, che Tesser tuo pareggi»
Lascia che agisca in te l’ascosa impulso,
L’intimo senso y che t’innalza, e quella
20Schiera raccolta in te di moti alteri,
Che ti traggono ognor nel vasto mondo,
Ove l’alma si spazia, ed ove il vero
T’attende; perchè là tu.vegga, e ammiri.
Oggetti nuovi, e che di te son. degni. x
25Come l’anima tua sì vasta, e altera
Può» comprimer se stessa, e tanto.angusta
Farsi iiant’è la terra, ente y che il saggio
Non conobbe giammai grave, ed esteso {
Un tuo solo pensier corre 9 comprende
30Quella spazio, che v’ha tra ’l nulla, e Dio r
Ed un atomo sol t’occupa e sazia?/
Tu, che iinmortal nascesti, in un momeata
Di vita ogni desio compi, ed appaghi?
Se tu misero sei, più non stupirne.
35Per infinito ben creato è l’uomo;
Ed a quell’alma sol tal ben si serba,
Che nelle brame, e ne’ pensieri è grande»
Ciò ch’è ineschino, e vii, l’uomo avvicina >
Alla sventura, al duo], lungi lo trae ’
40Dalla virtù-, di cut non è capace
L’uomo, che angusto ha il «or: e il vizio stesso
Altro non è che un troppo basso volo
Del pensiero, e dell’alma un vii desio.
Non vibra a terra le sue lingue il fuoco,
45Coni’ esso l’alma a sollevarsi anela» E
quando l’uomo vuol, che a vili oggetti,
Che a un dì perder convie», volga lo sguardo,
Soffre giogo tiranno affatto opposto
Al nativo suo genio; e l’uomo allora
50È punito dal ciel» Di.gloria acquisto
- Far si volea; ma si seguì viTomira,