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178 DECIMATERZA

Senza pianto noi dico ) ancor del colpo t
Che la compagna mia da ine divise:
250E lieto io son, che s’avvicini il giorno,
Che la fiacca mia spoglia al giorno involi»
Tuona lo sdegno tuo, perchè Tuoi» senta y
Che può cadere il fulmine Sostiene
1/ uom il tuo braccio nel colpirlo,, e sono
255«.Nuovi doni per lui le tue vendette*
Deh tu- perdona il troppo lunga, errore,
Che mi trasse a versar su* mali miei
Da quest* occhi un ingiusto inutili pianto ♦
Mentre all’alto fattor fan plauso i mondi >
260L’uomo dovrassi udir, che sol si lagni?
Ei sol turbar dovrà l’alta armonia
Di lode universa! con tristi accenti?.
Forse il Nume non è, che a me ritolse
Quei y che un dì mi donò, teaeri amici
265Questi a noi dona il ciel per farci lieti
In questo breve esilio, e li riprende
Perchè pronti noi siam pe’ giorni eterni
Per renderci felici ei ci tormenta Ogni
mal, che c’invia, tende a salvarci
270Dal mal più fiero, e da più orrenda niopte.
Ci difende il morir • De’ nostri cari
La morte dal letargo alfin ci desta,.
L’orgoglio abbassa, il nostro seno ingombra
Di salubre timore, ed ogni affetto
275Del nostro core alla virtù rivolge..
Benefico Signor, da te giammai
Il duol non derivò: dall’uom prodotte
Sen le sventure sue, che folla immensa
Immaginar ne seppe, ed ebber vita
280Dalla sua libertà, che a tale ufficio
Da te non ebbe in don. Tu l’atro abisso
Chiud esti, e intorno a quel ponesti m giro
Del massimo terror tutti gli spettri/
Della tua leeee il formidabil tuono
285Alto timore in tutto il globo impresse;
Ma pur la folle libertade infrante