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174 DECIMATERZA

Sol perchè dell 9 estinto/ in. parte almeno*
Vuol la gloria goder l’e un tale arcano.
Svela talor così: quarti? tra illustre
95IL cara amico ( Ok Dio quanto mi amarai
Cen segreto piacer elogj intesse.
Che divider si crede, e in simil guisa
Senza rossore i proprj inerti estolle.
Pianti vi 5ona ancor, che render sanno
100Conquistator quel ciglio, onde sortirò..
E quante volte la matrona Efesia
Nelle vedove afflitte osserva il mondo!
Di lor cuopre il Lei viso, e non sen2’ arte,
Lugubre velo, ove ogni cor s’intrica,
105Ove schiavo ri man: la rosea guancia
Lucida, e rara lagrirnetta imperla;
E dell’Egitto la superba donna,
Che d’amor, di piacer dolce languia,
Ricca gemma bevendo in aureo nappo, v
110Era men rischio rimirar di queste
Vedovelle smarrite in sì bel pianto.
Ha gl’ipocriti suoi 1? affanno ancora..
Fingoa questi il dolor, n’ornaa. sovènte.
Come d l’un, velo il menzognero aspetto,
115Perchè il piacer segreto altrui nasconda.
E v’ha talun, che sul feretro il guardo*
Fisso tenendo, in, quel si crede estinto
Scorda quei che morì, piange se stesso,»
E quel funebre onor per suo contempla...
120Ma di lagrime tante, a noi dal cigliò
Tratte di cruda morte, e qual vantaggia
La.saviezza ritrae? Queste non sono *
Che fomento di vizj, e di follìe,
Nè fonte di virtù son le più pure
125Oh quanto è raro a ritrovarsi un saggio,
Che per giusta cagion le versi, e frutta
Sappia ritrarne! Un sì pregiabil dono
Dissipa l’uomo, e più infelice il rende
La tenerezza sua sol per sua colpa.
130Allor che tutta in pianto è la natura,