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NOTTE. 173

I sensi suoi nel nostro cor, che il pianto
Men crudo fa: come il ferrata dente:.
55Apre all’umido suol l’occulto senoj
Pria che la man d’agricoltore accorto
La speranza dell’anno al snolo affidi, >
Io benedicono mia iNarcisa, il duolo,
Che in rammentarti a questo sen ritorna.
60Paghi un tributo a me la mia sventura,
E più ricco mi renda il pianto mio:
Ch’or io men vo del mio dolor pe’ vasti
Campi à toccar que’ salutari affetti,
Che san chiuder dell’alma ogni ferita.
65Di questi e scelti, e in vago intreccio uniti
Serto farò, che di Narcisa adorni v
La tomba, e forse a tali fiori il tempo
Giovinezza,e beltà non fia che tolga*
Per diversa cagione il ciglio umano
70Versa pianto funebre, e questa a’ varj
Fonti di tenerezza in noi racchiusi
Sempre risponde. In sen taluno accoglie
Un sì tenero cor, che il duol lo investe
Qual contagioso umore: in lui s’ammassa
75fi duolo, il pianto, ed al perduto amico
Di lacrime tributa ampio torrente..
Altri vi son di dura tempra armati,
E fa d v uopo che il duol l’assalto addoppj,
Che necessario in lor credano il pianto,
80Nè piangerebbe* mai senza compagni:.
Ma se lo sguardo lor d’altrui pur vede ]
- Afflitto il ciglio, in seno allor si desta
Moto, qual destcria magica verga,.
Od elettrica fiamma, e in lunga vena
85Sgorga il pianto così da un cuor di sas30,
Talun per far più mite il suo tormento
Piange, e piange talun, che duol non sente.
Ma giova a chi lo tesse un tale inganno,
Perchè a noi sembri almen d’amor capace.
90Anche l’amor, che per se stesso ha l’uomo,
Ha le lagrime sue. V’ha chi s’affligge