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162 DUODECIMA.

Come ogni tinta ad ogni oggetto invola? r.
285E qnal notturno vel tetro ci sembra»
Air innocenza son l’ombre notturne
Sicuro asilo, e ia ragione in quelle
Sul nostro cor riprende il primo impero
Dubitaallora almen, se ira Nume esiste
290Chi rigetta ogni Nume l’e crede il giusta
La presenza sentirne. Oh notte, oh fida
Della virtù dell’uon* tenera amica t
Questo a qùelJa tu rendi, e tu di nuovo
Torni a stringer tra lor pace sincera.
295Se la virtù, che quanto. è bella, è frale 9
Nel mondano tumulto il piede arre ta,
Non può serbarsi intatta. È l’esser sua
Delicato, gentil, nè al guasto mondo
Puote appressarsi, o trattenersi in quelli*
300Senza che oscuri ih suo candor natio*
Pochi i mortali son, che del mattino
Abbiano in petto P innocenza stessa,
E la candida utente alior che imbruna Sempre
qualche pensier nel di ’ si perde*
305O ciò-, che Piloni già stabilì, vacilla,
O torna ad inquietar men giusta idea T
Che rispinta già fu, ne tal vicenda
È pessibil cangiar. La luce, il moto
Lo strepito la folla inquieta e folta
310Degli uomini, de’ tanti l’e varj oggetti,
Snerva i pensieri, o li distrugger e Pai mai
Distratta, errante ogai vigor smarrisce,
Quasi in vapor si scioglie, i nostri alFetti
Più non regola, o muove:, e senza scorta».
315Senza difesa a* tristi esempli, al vizio
L’alma ci lascia in preda, e ci abbandonaDelP
umana ragion P esempio altrui
Arbitro fassi-: in doppia guisa agisce
Sovra i sensi dell’uomo il iiio audace l’* *
320E raro è quei, ciré gli urti suoi sostenga
Destanoad altri ia se» fiamma ambiziosa