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152 UNDECIMA

Air incredulo in seno, e vuole a forza
L’alma occuparne, ei s’avvilisce, a trema:
Crede... Ma che? Vantar sicura fronte,
Stimar sola il futuro, e poi temerlo?
340Ali che questo timor dimostra appunto *
Quel che io difendo inalterabil dogma*
Si, l’incredulità se stessa annienta,
E contro il suo voler confessa ancora,
Che una vita immortai l’anima attende.
345Perchè con vana, ed orgogliosa idea
Te stesso tormentar, far fronte ancora?
Vivi da saggio, e ti consoli il vero.
Dir ti potrò ciò che avvenir ti debba,
Se da saggio vivrai? Senza sdegnarsi
350Restar potrà la tua ragione altera?
Ascolta, e impresso nel tuo sen rimanga
Ciò che moral necessità si rende:
Quanto è più puro il cor, pura è la fede
Quando nel!’ alma tua questa si avveri
355Cangiamento felice, inutil resta
Ogni mio ragionar, si mostra allora
L’esistenza immortai d’una robusta
Vivida luce adorna. Un pio seguace
D’evangelica insegna, appunto come
360• L’angelo di Milton (*) nel Sol soggiornai
Nello splendor nuotando ei più non vede
Torbida nube, e la sua brama accesa
Neil’empirea magion già lo trasporta.
Lorenzo, ascendi sulla sfera ardente
365Di questo sol, che la salita è lieve.
Ei t’invita, ei discende, e trarti ei vuole
Onde un giorno sortì. Tacito, e pieno
Di rispetto, e stupor fissa lo sguardo
Nelle pagine sacre, in cui trionfa
370Ogni prova immortai: Pàgine eccelse,
Che il creato giammai potria produrre,
Che annientar non potrà 1* ultimo incendio
Nè di quelle un accento andrà smarrito