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142 | DECIMA NOTTE |
Ia fatidica donna, in stranie guise
Si contorser quei saggi a render voci,
Che vane far, ma che veraci e ferme
Esser doveano allor quàfido svelato
835D’una vita immortai fosse l’arcano,
E che di morte il tenebroso impero
evangelico Sol distrutto avesse.
Sol un’alma immortai pensar potei
Cib, che Atene dettò: per lei rimasé
840Scientifico armamento, ed -ora ia salda
Base si sta di véra luce adorno.