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NOTTE. 139

Se d’un essere tal modera il fato
715Nò avvolse già d’iiupenetrabil nube
11 destina dell’uom: la destra eccelsa
In alto un lembo al sacro vi sospese.
Verso, di noi mortali ei stesso il piede
Mosse dagli antri eterni, e al nostro ciglio
720S’offrì sull’universo. In osni luo<»o
A noi giura che esiste, e giura insieme
La natura immortale, il pregio immenso
Di quell’alma, che l’uomo, ia seno alberga*.
Che non fé’ questo Dio, perchè nel corg
725Tai dogmi, avesse ogni mortale impressi?
P6r si nobile oggetto ei trasse il mondo
Dal nulla, e lo sommerse y e le mine
Poscia ne ristorò. Per questo i Regi
Fa nascere, e merir* Per questo i regni
73012 rovescia, ed innalza. I saggi primi
Se Dio mandò, perchè, dispesto il mondo
Fosse alla: luce dai costume eccelso, ’.
Che chiudevano in sen: se nel futuro h
Che leggessero volle i sacri vati:
735Se Funi verso han corso, uomini adorni.
Di cedeste virtù: se sangue e vita
Martiri han profuso in mille e afille
Casi; se la natura, alle sue leggi
Por vid* un fre» da» maraviglie ignote r
740Se all’empirò, sali dei terreo manto
Cinto taluno ancori se scese Iddio,
Ne* cupi seni dell’abisso, il volle
Sol perchè apprender l’uom potesse i pregi
D’un’anima immortale; e perchè ignoti.
745Non restassero all’uom, dal ciel partissi,
E del codice sagro all’uom fé’ dono.
Ferma > Incredulo, e pria che il folle bracoio*
Sopra di lui tu stenda, ai suol tremante
Precipita, che forse un cenno attende
750Quel mortifero strai, che gli empj atterra.
Con qua! solenne e fornii da bil pompa
Annunziò questo Nume i detti supit