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136 DECIMA

Tradirci sempre, ed a sedurci intenta
È con vano piacer? Se un cieco istinto
È costui, che s’arroga il nome sacro:
600Di coscienza l’che in seno a noi vaneggia,
E perchè la ragion con lui cospira,
Rigida a noi si rende, e sol per trarci
AI precipizio il suo splendor ci mostra?
Ah se l’uomo talor riman sul globo;
605Dalla virtù distrutto, e come mai
Altra vita, e miglior fia che non goda?
S e ncir urna si ptT.de, e se per P uomo
Principio e meta è questo suolo infido,
Perchè vive un istante, e il suo desio
610L’eternitade intera abbraccia e brama?
Perchè sempre il pensiere ora al passato,
Or volge all’avvenir? Che giova all’uomo
La prevision, che lo spaventa, e come
Utile è la ragion, se i mali suoi
615Lo rende atto a sentire? Ah perchè mai
0 mia figlia, o Filandro, o cara Elisa,
Provar dell’amistade i dolci frutti,
1 tormenti soffrir, se un solo istante
Gli amici, e l’amistà porta, ed invola?
620Perchè ogni mal sotto il mentito aspetto
D’unpiacer si presenta, e perchè l’uorap
Della felicita sen corre in traccia,.
Se certo egli è che la ricerca in vano?
Forse tende il creato al nulla? E l’uomo»
625Vittima de* suoi pregi, una, più trista.,
Sorte dovrà soffrir? •.. Adunque io veggio
Dell’universo rovesciato, e franto
L 1 ordine > involte in folta nebbia, e miste
Degli esseri le schiere; e in cento e cento
630Parti tronca vegg’io quella che tutte.
Sostiene, unisce le create cose...
Ammirabil catena orrida notte»
Siignra, avvolge la natura; il tutto
Un tormento si rende, e la ragione
635In disperato abisso alfin si, perde*