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NOTTE. 131

Per cui sempre ogni oggetto ai moti impressi
405Risponde nell’agir, non mai si vide
Violata finor. Franta saria
Solo adunque per L’uomo. E Tuoni distrutto
Alla metà del corso esser dovrebbe?
Foràe noi sul meriggio il bel pianeta
410Tramontar rimiriam, o i raggi suoi
Nell’indica marina allora immerge?
E perchè solo alTuom quasi matrigna
La natura saria, se madre amante
È degli esseri tutti? E men perfetta
415Perchè lasciar dell 1 opre sue la prima,
Se degl’infimi parti è sì gelosa,
Se la_dotta sua mano a questi imprime
I più vaghi sublimi ultimi tratti?
Che seppur debbe l’uosa nel sen di lei
420Restar informe > e in pochi istanti appena
Adombrato morir; perchè fra tanti
Palpiti, e smanie Tuoni lascia la vita?
Dunque dell’uomo grande, illustre, e saggio,
Ch’ebbe in dono dal ciel quella sublime
425Intelligenza, quella fiamma ardente
Di genio superior, quell’alma eccelsa
Immagine d’un Nume, altro non resta
Che poca polve? E allor che il proprio aspetto
Questa immago prendea, che luce aurata
430Cominciava a vibrar; la morte estingue
II suo vago splendore, e la disperde
NelT abisso d’eterna orrida notte?
Oliando alla tomba sua taciti, mesti
Un luminoso Eroe seijuiam, d’Urania
435Un figlio illustre, od un fedel seguace
D’alta virtude, e che de’ pregi eccelsi
Di lor l’alma s’accende, e in essi vede
Cittadini del ciel tra noi discesi;
Sogno dunque saranno i nostri doJci
440Animati trasporti, in polve oscura
Sì perderà quella mortai grandezza,